La
storia di Palazzo Chigi inizia il 28 gennaio 1578 quando l'avvocato
Pietro Aldobrandini, fratello del futuro papa Clemente VIII, acquista
una casa in via Lata ed incarica l'architetto Matteo Bartolini di
collegare il nuovo acquisto con un'altra casa di sua proprietà
situata in via del Corso. Nel 1587 Pietro Aldobrandini muore ed
il figlio decide di vendere l'interà proprietà a Paolo
Fossano che continua i lavori sul lato di via del Corso. Passano
pochi anni ed il figlio di Pietro Aldobrandini diventa Cardinale
nel 1593 e decide di riacquistare la casa paterna, continuando i
lavori di ampliamento ed incorporando delle casette limitrofe. Alla
morte di questi i lavori vengono continuati dalla sorella Olimpia
che eredita lo stabile, ed offre al Cardinale Deti l'utilizzo del
lato sulla piazza in cambio del permesso di costruzione dell'angolo
su via del Corso. Nel 1659 il palazzo viene acquistato da Mario
e Agostino Chigi per la somma di 41.314 scudi. I Chigi fanno eseguire
dei lavori di adattamento ed il progetto viene affidato all'archittetto
Felice della Greca, nel 1665 terminano i lavori alla struttura dell'edificio,
nel 1677 muore Felice della Greca e l'architetto G. B. Costantini
prende il suo posto, decidendo di sopraelevare l'edificio di un
piano.
Alla morte di Don Agostino Chigi il palazzo passa al figlio
Augusto, che commissiona lavori riguardanti le decorazioni in travertino
ed il completamento delle cornici delle finestre. Nel 1900 ca. il
Palazzo è affittato come sede dell'Ambasciata d'Austria,
ma dopo qualche decade la Famiglia Chigi decide di venderlo allo
Stato Italiano e nel 1961 diventa definitivamente la sede della
Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le sale più importanti
dell'edificio sono situate al primo piano e si affacciano sull'esterno
nell'angolo tra via del Corso e piazza Colonna. Esse corrispondono
attualmente allo studio del Presidente del Consiglio, alla piccola
sala che funge da anticamera, alla sala del Consiglio dei ministri
e ad alcuni salottini attigui. Per accedere a queste sale si percorre
lo scalone d'onore, opera dell'architetto Felice della Greca e fatto
costruire dai Chigi nella seconda metà del XVII secolo. Vi
elenchiamo le prestigiose sale di Palazzo Chigi:
Lo scalone d'onore
La sala delle Galere
La sala dei mappamondi
La sala del Consiglio
Lo studio del Presidente
La galleria Deti
Sala Repubbliche Marinare
Il primo salone degli arazzi
Il secondo salone degli arazzi
La sala verde
Il salone D’oro
La sala delle marine
La sala pompeiana
La biblioteca chigiana
Sala delle Galere
E' la prima sala che si incontra salendo dallo scalone d'onore,
è definita delle Galere per i moderni riquadri in stucco
bianco sopra le porte risalenti all’inizio del secolo. Alle
pareti si possono ammirare opere come le copie seicentesche di affreschi
del cavalier D’Arpino, i cui originali si trovano nella sala
degli Orazi e Curiazi in Campidoglio.
La sala dei mappamondi
E' l'anticamera dello studio del Presidente e così denominata
per i due globi rappresentanti la sfera celeste e la sfera terrestre,
posti ai lati della porta che accede alla sala del Consiglio.
Sala del Consiglio dei Ministri
La sala del Consiglio dei ministri ha il soffitto decorato con
travi di legno, arricchito con un fregio decorato nel 1665 dal
pittore austriaco Giovanni Paolo Schor. Gli arazzi alle pareti
furono acquistati dai Chigi nel 1668 ed appartanegono per stile
alla scuola di Rubens.
Lo studio del Presidente del Consiglio
Mostra fregi seicenteschi del tempo degli Aldobrandini ed un dipinto
del Domenichino raffigurante Santa Agnese.
La galleria Deti
La galleria Deti è una delle più preziose del Palazzo
per ricchezza di stucchi, dorature, pitture, fregi e cornici.
La volta della galleria è riccamente decorata con stucchi
dorati e affrescata con soggetti biblici e figurazioni araldiche
fra le quali lo stemma del cardinale Deti che qui visse dal 1623
al 1630.
La sala delle Repubbliche Marinare
Il nome alla Sala è dato dai quattro grandi stemmi di Venezia,
Genova, Pisa ed Amalfi dipinti nella volta all’epoca in
cui, di notevole bellezza è la decorazione a grisailles
(a chiaroscuro monocolore) di moda nel primo Ottocento rappresentante
paesaggi boscosi.
Il primo salone degli arazzi
Nel primo salone, adibito a sala riunioni, troviamo alle pareti
due splendidi arazzi seicenteschi di Bruxelles raffiguranti storie
di Noè e due quadri ottocenteschi rappresentanti episodi
risorgimentali.
Il secondo salone degli arazzi
Il secondo salone degli Arazzi è adibito a salotto ed anticamera
del Segretario generale della Presidenza del Consiglio. Gli ambienti
sono di fattura barocca e arricchiti dal mobilio settecentesco,
dai quadri, dagli arazzi e dai tappeti. Alle pareti, tre arazzi
seicenteschi di Bruxelles della serie di Alessandro Magno dall’arazziere
Ian Leyniers.
Il salone D’oro
Così denominato per la preziosità e la ricchezza
delle decorazioni, realizzate da artisti e decoratori in occasione
del matrimonio del principe Sigismondo Chigi con Maria Flaminia
Odescalchi.
Al centro del soffitto si può ammirare una tela raffigurante
Endimione spiato da Diana di G.B. Gaulli del 1668. I paesaggi
ad olio su tela sopra le porte sono invece di un pittore fiammingo
del 1600, Jean de Momper.
La Biblioteca Chigiana
Nella biblioteca era custodito il patrimonio librario di Fabio
Chigi, papa Alessandro VII, umanista e appassionato bibliofilo.
Patrimonio che consisteva in 26.000 opere a stampa di argomento
storico, letterario ed ecclesiastico appartenente ai secoli 1600
e 1700, provenienti alcune da librerie private di amici letterati
dell’epoca ma per la maggior parte donate ed acquistate
nel corso di viaggi in Italia e Germania. La maggior parte della
collezione venne donata nel 1923 da Benito Mussolini al Papa.
Informazioni utili:
Per visitare Palazzo Chigi invirare una richiesta via fax al n.
06-67794588 oppure al Dipartimento per le Risorse Strumentali
- Ufficio per la fornitura di beni e servizi - Via della Mercede,
n. 96 - 00187 Roma, oppure telefonare al n. 06-67794231 o inviare
una e-mail all'indirizzo visite@palazzochigi.it
Le visite si svolgono la mattina del sabato, dalle ore 09.30
alle ore 12.30.